Lo Zimbabwe è la meta perfetta per vivere le forti emozioni che regala la caccia all’elefante.

Il tuo sogno nel cassetto è realizzare un viaggio venatorio pieno di adrenalina tra i paesaggi mozzafiato dell’Africa subequatoriale? Se sei alla ricerca del safari perfetto nei suggestivi angoli africani costeggiati dal fiume Zambesi, le aree di caccia dello Zimbabwe sono la meta ideale.

Lo Zimbabwe è senza dubbio lo sfondo ideale in cui praticare la regina delle cacce africane: la caccia all’elefante. Senza dubbio è una caccia difficile e impegnativa, ma allo stesso tempo entusiasmante e avvincente.

È in grado di offrire emozioni uniche, per questo si dice che dopo averla vissuta la prima volta ci si ammala di “Elephant fever”.

Dove e come si svolge la caccia all’elefante?

Botswana, Zambia e Tanzania sono i paesi ideali per la caccia all’elefante, ma non c’è alcun dubbio che la meta d’eccellenza per questa caccia è lo Zimbabwe.

Non a caso, questa zona meridionale del continente nero è conosciuta come “il Paese degli elefanti”, ed è considerata un’ottima meta anche per altre cacce africane, come la caccia ai leopardi, ai leoni e a tutte le antilopi, immersi in un habitat mozzafiato.

La caccia all’elefante si svolge principalmente su traccia, la quale deve essere studiata accuratamente e, con l’aiuto del P.H., il cacciatore dovrà memorizzare le caratteristiche salienti dell’impronta, in modo da riconoscere l’animale tra mille.

Infatti, le impronte degli elefanti equivalgono alle nostre impronte digitali: ognuno ha la propria e solo quella. Una volta trovata una traccia fresca di un certo volume si comincia a seguirla per ore, se non per giorni, con l’uso di flying camp.

La traccia sull’elefante a vento buono porta l’acre odore dritto al cuore, che comincia ad accelerare il battito, mentre uno strano senso di disagio – paura mista al desiderio della preda – comincia a far tremare impercettibilmente le gambe.

Questa sensazione precede l’approccio finale con tiro a braccio da 15/20 metri, non di più.

Tre sono le tipologie di tiro principali quando si parla di caccia all’elefante:

  • Il tiro in area cardio polmonare;
  • Il “side brain shot”, nell’area compresa fra meato acustico esterno e occhio;
  • Il “frontal brain shot”, con l’elefante che fronteggia il cacciatore il quale deve, però, valutare distanza, inclinazione e altri fattori che potrebbero inficiare il buon esito del tiro. Senza dubbio è il più difficile.

Le armi e le munizioni consigliate.

I calibri consigliati per la caccia all’elefante sono, ovviamente, grossi calibri lenti e con un potente killing power, anche se spesso vengono usati calibri come il 378 Weaterby, potente e veloce. Il 375 HH è appena compatibile con questa caccia mentre tutti i 416, i 500 sono l’ideale, nonché gli express (che bisogna saper ben usare) dal 470 Nitro al 500 N, al 577 e via discorrendo. Le palle devono avere pesi dai 300 grani in su (nei 416 meglio i 400 grani) e devono essere monolitiche e indeformabili per rompere le massicce ossa piene dei pachidermi e perforarne la spessa pelle.

Vivere un’esperienza di caccia in Africa è sicuramente difficile da dimenticare: ogni cacciatore che abbia realizzato il suo safari da sogno in Africa si sentirà accomunato a tutti gli altri che hanno provato la stessa avventura grazie a un “sentimento” particolare.

Questa “sindrome”, anche nota come mal d’Africa, provoca nel cacciatore un profondo senso di attaccamento, appartenenza e ritorno alle origini, un richiamo forte verso la terra africana, i suoi animali, la sua gente, i suoi colori.

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