Siamo vicini alla festa del papà, un’occasione per rivolgere un pensiero speciale al proprio papà e ricordare i bei momenti passati assieme.
Per chi è appassionato cacciatore, uno di questi bei momenti potrebbe essere proprio una giornata di caccia.
Se sei alla ricerca di un regalo speciale per tuo padre quindi, cosa c’è di meglio di una giornata di caccia, magari da trascorrere insieme per condividere la passione per l’attività venatoria?
Scopri le nostre proposte e scegli quella più adatta al tuo papà: se è un appassionato di caccia col cane potrete trascorrere una giornata di caccia in riserva, se invece ama la caccia agli ungulati potrai regalargli un capo di capriolo, cinghiale o daino oppure se è un cacciatore di montagna potrete trascorrere un week-end a caccia di camosci nelle alpi piemontesi.
L’amore per la caccia è molte volte una tradizione di famiglia, che viene trasmessa di padre in figlio.
Spesso fin da giovanissimi i figli trascorrono delle giornate di caccia con i propri padri, immersi nella natura, in un ambiente che permette di creare una connessione, un legame speciale.
Giornata di caccia padre-figlio
Luca ha condiviso con noi il ricordo di una giornatadi caccia in montagna trascorsa con suo figlio.
“Mi perdonerai il magone, ma ti penso in controluce…”: un grande cantautore genovese fissava così l’attimo che suscita la nostalgia, il ricordo di un istante felice condiviso.
Sulle nostre Alpi, stagliata contro il sole, è la figura di mio figlio che ancora una volta -in realtà dopo un lungo periodo di assenza- mi accompagna a caccia di camosci.
Tante volte si è parlato di quanto sia gratificante per un cacciatore condividere questa passione col proprio figlio, ma ogni volta è un’emozione diversa, che vive di un attimo solo – è vero – isolato capace di confortarci, però, nei momenti di assenza.
L’alba ci vede insieme sotto un abete a ripararci da due gocce d’acqua, incongrue nel cielo azzurro pronto ad accogliere l’esplosione del sole. Una nuvoletta di passaggio a spruzzare fortuna? Chissà!
Caccia al camoscio
Saliamo lungo il sentiero di caccia con Mauro davanti, a guidare i nostri passi verso l’area in cui la vecchia femmina di camoscio solitaria bazzica da molto tempo: quello è il capo assegnatoci insieme a un camoscio maschio maturo.
La valle che si apre improvvisa da dietro una curva ci rivela la presenza di una femmina di camoscio con binello; più in basso un altro gruppetto, tutte femmine, che alla prima avvisaglia della nostra presenza parte veloce e si ferma sul ciglio di un pratone a guardarci.
Alli è già steso a terra, con la carabina appoggiata sullo zaino, ma nessun animale è della classe assegnataci, e non c’è la vecchia femmina di camoscio.
Ripartiamo parlando a gesti, e di nuovo lo guardo con la punta d’orgoglio di un padre cacciatore che ha visto il proprio figlio mettere in pratica gli insegnamenti nell’attività venatoria: velocità e determinazione nel predisporsi al tiro, in un silenzio necessario per il risultato e rispettoso per il luogo di caccia.
Un lontano colpo di fucile ci dice che qualcuno ha già colto la sua fortuna, e noi, incoraggiati anche da questo segnale, proseguiamo il cammino tra prati e abeti di mezza quota.
Ancora una femmina di camoscio solitaria: potrebbe essere la nostra camozza, ci pare matura e in linea con il prelievo, ma Alli, stavolta, indugia più del dovuto nel regolare gli ingrandimenti del cannocchiale e perde l’attimo: l’animale, sotto i cento metri, ci ha scorto immediatamente e non ci concede alcuna possibilità di concludere l’azione di caccia.
Col sorriso sulle labbra, senza segni di disappunto, mio figlio si rialza, toglie il proiettile dalla cannadella carabina e si riavvia, sicuro di miglior sorte più in là nel giorno: una buona prova di “maturità venatoria”, che mi gratifica ulteriormente.
A mattina inoltrata, pur dopo numerosi incontri, non abbiamo ancora concluso. Il sole è già alto e il caldo si fa sentire mentre percorriamo una ripida pietraia che giunge fino al limite di una valle aperta.
Sul ciglio, una lastra di granito sembra messa apposta per sdraiarcisi sopra. Un cenno della guida ci invita ad accelerare. Proprio sotto nella valle, ancora due femmine di camoscio adulte: una è la nostra camozza.
Sulla piattaforma di roccia Alli ha già steso la giacca e posto il fucile sullo zaino. Si sdraia. Pochi attimi e il colpo di carabina spegne sul posto la bella anziana regina: gli anelli segnano quattordici anni spesi sui monti.
Che gioia nel composto abbraccio: non un grido, non un gesto fuori posto… Ma, accidenti, dove ha imparato a cacciare così? Era davvero troppo tempo che non uscivamo insieme.
Bella, bellissima giornata di caccia da infilare nello zaino dei ricordi. Motivo di arricchimento e conferma di crescita venatoria di mio figlio che guardo ancora contro il sole con quel filo di “magone” che devo farmi perdonare.
E tu? Hai un episodio di caccia insieme a tuo figlio o tuo padre che ricordi con affetto?
Se hai voglia di trascorrere una giornata di caccia padre-figlio in onore della festa del papà, organizza una cacciata con lui in una delle nostre riserve!
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